TFR in busta paga: cosa cambia dal 2015, novità di Renzi

Il Governo ha annunciato la possibilità di ricevere il TFR in busta paga a partire dal 2015. Con la Legge di Stabilità sono tante le novità per i lavoratori italiani, ma andiamo a scoprire tutte le modifiche apportate da Matteo Renzi ed i suoi ministri, riguardo ai soggetti interessati, alla validità ed alla durata dell’intervento, nonché alla tassazione ed al sostegno per i datori di lavoro.

Il TFR in busta paga è accessibile a tutti i lavoratori dipendenti del settore privato, ad esclusione dei lavoratori domestici e dei lavoratori del settori agricolo, che abbiano un lavoro in essere da almeno 6 mesi presso lo stesso datore di lavoro. Non può essere fatta la richiesta a quei datori di lavoro sottoposti a procedure concorsuali ed alle aziende in crisi dichiarata.

Il periodo di sperimentazione va dall’1 marzo 2015 al 30 giugno 2018 e, una volta che il lavoratore ne fa richiesta al proprio datore di lavoro, questo intervento non può essere revocato sino alla scadenza. Fino a qui nulla di anomalo, ma la vera fregatura di questa manovra sta nella tassazione.

Infatti, il TFR in busta paga non ha una tassazione agevolata prevista per il trattamento di fine rapporto, bensì la tassazione ordinaria dei redditi da lavoro. Infine, i datori di lavoro che non vogliono accedere a risorse aziendali per corrispondere il TFR in busta paga ai lavoratori, possono accedere ad un finanziamento assistito da garanzia.