Trise: cos’è e come funziona la nuova tassa su rifiuti e servizi

Il Governo ha varato la nuova Legge di Stabilità con delle sostanziali novità per gli italiani. A partire dal 2014 arriveranno nuove tasse che sostituiranno altre in vigore. Da gennaio, infatti, diremo addio alla Tares e “abbracceremo” la Tari, mentre la Tasi sostituirà l’IMU. In realtà si tratterà di una sola imposta, ovvero la Trise, acronimo di tassa sui rifiuti e sui servizi indivisibili, che prenderà il posto di ben 3 tasse: Tares, IMU e Service Tax.

La Trise non sarà solamente una tassa sulla proprietà, ma nel caso di immobili in affitto, essa graverà anche sugli inquilini che saranno costretti a pagare una quota fra il 10% e il 30%. La nuova tassa sui rifiuti e sui servizi indivisibili sarà gestita dai Comuni e sarà divisa in due parti: Tari (rifiuti) e Tasi (servizi). Il pagamento sarà trimestrale (16 gennaio, 16 aprile, 16 luglio e 16 ottobre), ma le 4 rate potranno essere pagate anche tutte insieme entro e non oltre il 16 ottobre.

La Tari andrà a coprire tutti i costi di gestione dei rifiuti soli urbani; a differenza della Tares, coprirà totalmente il servizio di smaltimento dei rifiuti e il suo ammontare sarà stabilito dal Comune. A conti fatti, dunque, si pagherà più della Tares, ma se si considera l’intero importo della Trise, esso sarà inferiore di 2,3 miliardi rispetto all’importo IMU + Tares. La base imponibile della Tari rispetterà la direttiva europea che dice “chi inquina paga”, perciò sarà dovuta sia dai proprietari che dagli inquilini e verrà calcolata in base alla superficie calpestabile degli immobili, nonché alla quantità ed alla tipologia di rifiuto prodotti. In questo modo le famiglie più numerose o le attività che producono più rifiuti pagheranno una tassa maggiore.

La Tasi andrà a coprire i servizi indivisibili forniti dai Comuni e graverà sia sui proprietario che sugli inquilini. Per questi ultimi, dovranno coprire una quota compresa fra il 10% e il 30% dell’ammontare totale, importo che sarà stabilito dal Comune. Il calcolo si baserà sulla’1‰ della rendita catastale rivalutata del 65% per le grandi città, mentre per i piccoli Comuni il pagamento sarà di 1 euro a metro quadro circa. Per le abitazioni principali, la Tasi sostituirà l’IMU, anche se ciascun Comune potrà decidere eventuali esenzioni o aumenti dell’imposta con un limite del 7‰ sulle prime case e dell’11,6‰ sulle seconde case. Stando ai calcoli della UIL, l’importo varierà di città in città, dai 269 euro di Bologna agli 88 euro di Palermo per un’abitazione di 80 mq di fascia A2.