Ask.fm e cyberbullismo, quando le parole fanno male

Ask.fm divide l’opinione pubblica. Se da una parte molti chiedono la chiusura del social network, dall’altra parte si minimizza sul problema e non sembra esserci l’intenzione di cambiare le regole, anche dopo i tragici fatti di cronaca nera che hanno portato al suicidio di adolescenti, vittime di cyberbullismo. Internet è diventato negli ultimi anni un posto dove sfogarsi, ma abbiamo potuto constatare che confidando le proprie angosce, chiedendo consigli e pareri agli utenti, non sempre si riceve in cambio del bene.

I numerosi adolescenti, spesso tra i 13 e i 16 anni di età, sono in molti casi fragili e bastano parole dette in un certo modo per influenzarli e portarli a commettere gesti estremi. Su Ask.fm, poi, con il fatto che molti utenti si nascondono dietro all’anonimato, resta difficile identificare i cyberbulli, che negli ultimi tempi sembrano essere in grande crescita. Il fenomeno è psicologicamente distruttivo per le vittime, le quali in alcuni casi non sono riuscite a difendersi e per la disperazione si sono tolte la vita, vedi l’ultimo episodio a Venaria.

Se il classico bullismo porta in certi casi a cambiare scuola o compagnia, su internet questo diventa più difficile, visto che sul web il bullismo trova un terreno fertile. In questi casi bisogna soltanto stare vicini a questi ragazzi, affrontando insieme i problemi, anche se le nuove generazioni spesso evitano confronti con gli adulti.